La possibilità di mangiare street food, ovvero il cibo venduto per strada, non è certo una novità di questi anni. In Italia in particolare abbiamo una tradizione molto lunga in merito, ma ultimamente il fenomeno sta vivendo una stagione di particolare successo: il 52% degli italiani acquista street food!
Quali sono i migliori piatti di strada capaci di coniugare gli antichi sapori con l’innovazione? Te ne proponiamo alcuni!
Pane e panelle: lo street food siculo
Questa ricetta arriva direttamente da Palermo e più precisamente dal mercato di Ballarò: per le strade e nelle friggitorie non sarà difficile trovarle! La panella è una frittella di farina di ceci, acqua e prezzemolo servita soprattutto in mezzo alle Mafalde (una forma di pane dalla crosta ricoperta di semi di sesamo). Le panelle dolci sono la variante dolce delle panelle, abitualmente preparate il 13 dicembre, per la festa di Santa Lucia. Alla farina di ceci vengono aggiunti zucchero, burro o strutto; spesso vengono servite ripiene di crema pasticcera.
Il cuoppo napoletano
Il cuoppo è un cartoccio a forma di cono che si riempie con ogni sorta di fritto. È servito in strada, si può trovare nelle rosticcerie o nelle friggitorie, ma è presentato molto spesso anche in pizzeria come antipasto. Il cuoppo di terra, chiamato così perché caratterizzato da ingredienti non di mare, può contenere crocchè di patate, arancini di riso, zeppoline di pasta cresciuta e verdure pastellate, come melanzane, zucchine, fiori di zucca ripieni di ricotta e passati poi nella pastella. Il cuoppo di mare contiene, invece, alici fritte, baccalà fritto, zeppoline di mare, ossia pasta cresciuta con alghe, anelli di calamari e moscardini passati prima nella farina e poi in padella.
Dalla Liguria la farinata di ceci
Quando non è focaccia, in Liguria lo street food è soprattutto farinata, golosa preparazione di farina di ceci, da mordere a fette o arrotolata su se stessa mentre si passeggia. La bontà sta nella semplicità della ricetta dove generose quantità di olio d’oliva assicurano alla spianata quella deliziosa crosticina che si forma una volta infilata nel forno caldo. Nel savonese si gusta una stuzzicante variante: la farinata bianca, nata nel 1500, quando i genovesi imposero a Savona un dazio sui ceci. Da necessità virtù, nacque la farinata bianca di farina di grano, detta anche turtellassu, ancora oggi prelibatezza ricercata.
Pettole, pittule o popizze: è la pasta lievitata pugliese
Quando nei pentoloni di olio bollente finiscono le palline di pasta lievitata, ecco pronte le pettole. In dialetto sono dette anche pittule e, in particolare nel barese, prendono invece il nome di popizze: un grande classico delle friggitorie che animano il capoluogo regionale assieme alle sgagliozze. In tutta la regione si mangiano in purezza nel cono da passeggio, ma non mancano altre versioni: alla pizzaiola, ad esempio, quando pomodori, olive, origano e capperi vengono aggiunti all’impasto, oppure quest’ultimo può diventare il “contenitore” perfetto per custodire un cuore di baccalà o di ricotta forte.
Tigelle e gnocchi fritti
Due grandi classici della cucina modenese: tigella e gnocco fritto. Se nel resto d’Italia sono note come crescentine, a Modena ci si riferisce alla piccola focaccia imbottita di forma rotonda, preparata con farina, acqua, strutto e lievito solo come tigella. E non c’è tigella senza il suo gnocco fritto, una pasta fritta rettangolare, di colore dorato, vuota all’interno e dal sapore unico.
Come avrai notato, lo street food per eccellenza è sicuramente italiano: quale tra questi cibi di strada non hai ancora assaggiato?